Sedi

La nostra Mission

Il Museo nazionale di Matera è stato istituito, come museo dotato di autonomia speciale, con il DPCM 2 dicembre 2019, n. 169, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 16 del 21 gennaio 2020.

Il Museo nazionale di Matera nasce dall’unione di due istituzioni museali già da tempo esistenti: il Museo Archeologico nazionale Domenico Ridola e il Museo nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Palazzo Lanfranchi. In seguito, con il Decreto n. 49 del 13 luglio 2022, viene annesso anche  il complesso monumentale composto dall’Ex Ospedale di San Rocco e dalla Chiesa del Cristo Flagellato.

La nostra Storia

La storia dei due Musei della città dei Sassi e del Complesso Monumentale dell’Ex Ospedale di San Rocco

Museo Archeologico Domenico Ridola

Il Regio Museo Domenico Ridola fu istituito il 9 febbraio 1911 con Legge del Parlamento (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia il 25 febbraio 1911). La Legge approvava la cessione gratuita allo Stato, da parte dell’illustre medico, archeologo e senatore Domenico Ridola, della sua raccolta archeologica, dapprima ospitata in quattro ambienti del Regio Liceo Classico “E. Duni” e successivamente trasferita nell’ex convento di Santa Chiara, concesso dal Comune di Matera in perpetuo allo Stato.

Museo di Palazzo Lanfranchi

Il Museo nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Palazzo Lanfranchi è stato inaugurato il 6 maggio 2003, al termine dei lavori di restauro dell’edificio, per presentare l’attività della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici che aveva sede nel palazzo dal 1979. Il progetto intendeva proporre il grande lavoro di inventariazione e catalogazione, di ricerca e di studio, di recupero e restauro delle opere d’arte del territorio e proporsi non solo come luogo di raccolta ed esposizione, ma anche come organismo vivo e vitale, spazio di incontro, casa comune aperta a tutti, realtà accogliente e integrata nel tessuto sociale.

Ex Ospedale di
San Rocco

Il complesso monumentale costituito dall’Ex Ospedale di San Rocco e dalla Chiesa del Cristo Flagellato è stato consegnato, con Decreto n. 49 del 13 luglio 2022, dalla Direzione regionale Musei della Basilicata al Museo nazionale di Matera.

Recenti ricerche hanno permesso di ricostruire le vicende che hanno interessato il complesso.

Percorso Museale Museo Ridola

Il Museo offre un percorso espositivo che si articola su due piani. Al piano terra il visitatore viene accolto dal racconto della storia del Museo, strettamente legato alle intense ricerche di Domenico Ridola, suo fondatore. La sala in cui è collocata una delle opere ritenute più rappresentative dell’identità culturale del Museo, introduce al Visitor Center che propone un'anteprima di tutte le collezioni fruibili, attraverso un dialogo fluido tra gli oggetti esposti e le foto che di essi ha realizzato Mario Cresci, artista contemporaneo. Dal Visitor Center è possibile accedere alla sezione dedicata alla cosiddetta “Balena Giuliana”, forse la più grande che abbia attraversato le acque del Mar Mediterraneo, vissuta un milione e mezzo di anni fa (Pleistocene inferiore). L’allestimento, intitolato “Giuliana degli abissi”, riassume tutte le fasi precedenti all’esposizione, dal ritrovamento al restauro, in un racconto coinvolgente, arricchito da soluzioni multimediali di tipo immersivo. Il percorso, seguendo il filo cronologico della narrazione storica, prosegue nelle sale dedicate alla Preistoria e alla Protostoria, in cui alle testimonianze delle prime forme di popolamento umano dell’area materana si accompagnano ricostruzioni ambientali che favoriscono, in chiave didattica, l’interattività con il visitatore. Al piano superiore, il racconto riprende con l’VIII sec. a.C., momento in cui le popolazioni indigene entrano in contatto con genti greche giunte sulle coste dell’Italia meridionale per fondare nuove città. La cronologia storica si intreccia con la topografia, attraverso la presentazione dei principali contesti archeologici del territorio. La visita continua nelle sale, di recente inaugurazione, dedicate a “Tiresia, il mito tra le tue mani”, nelle quali a fare da guida è la voce di Tiresia, indovino cieco della mitologia greca: è un percorso multisensoriale che conduce alla scoperta dei reperti legati ai racconti mitologici; pensato in particolare per offrire il massimo confort di visita ai portatori di disabilità uditive e visive, che possono esplorare con le mani e con l’olfatto le riproduzioni dei vasi magnogreci. L’ultima sezione accoglie i vasi figurati della Collezione Rizzon, che raccontano le tematiche principali della società antica e della vita degli uomini, dal rapporto tra uomo e donna, alla convivialità, alle credenze sull’aldilà. L’impianto espositivo, che ripercorre un arco cronologico che va dal Pleistocene inferiore alle soglie del terzo secolo a.C., è stato concepito in maniera unitaria, con un approccio innovativo, volto a potenziare il ruolo inclusivo del Museo, lo spazio delle “Muse” inteso come luogo di cultura e aggregazione.

MAPPE

Percorso Museale Museo di Palazzo Lanfranchi

Il percorso espositivo si articola in tre sezioni: l'Arte del Territorio, il Collezionismo e l’Arte Contemporanea. Occupa dodici sale, al primo piano del Palazzo, e la sala Levi, al piano terra, che accoglie in esposizione permanente il grande dipinto Lucania ‘61, commissionato a Carlo Levi per rappresentare la Basilicata nella grande Mostra delle Regioni allestita a Torino nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
La sezione Arte del Territorio rappresenta in sintesi il percorso culturale e artistico della Basilicata dal Medioevo al Settecento, con l’esposizione di dipinti murali provenienti da chiese rupestri di Matera e del circostante altopiano murgico; di sculture lignee e lapidee, di dipinti su tela e su tavola, di preziosi manufatti in scagliola e in cartapesta; opere provenienti da chiese e conventi della Regione che hanno perso la loro collocazione originaria o sono in attesa di essere ricollocati.
Le sale del Collezionismo accolgono una selezione di dipinti della Collezione Camillo d'Errico di Palazzo San Gervasio.
Le opere esposte offrono una importante lettura della cultura figurativa napoletana del Sei e Settecento attraverso la presentazione di veri capolavori dipinti da grandi maestri.
La sezione Arte Contemporanea ospita dipinti di Carlo Levi (Torino 1902 - Roma 1975), protagonista di grande rilievo nel panorama culturale del XX secolo, selezionati tra le duecento opere affidate in comodato dalla Fondazione Carlo Levi di Roma per volere testamentario dell’artista torinese, e le opere dell'artista materano Luigi Guerricchio (Matera 1932-1996), attento osservatore e interprete delle tradizioni e degli orientamenti della cultura lucana del secondo Novecento, scelte tra quelle concesse in comodato al Museo dagli eredi del pittore.

MAPPE

Complesso Monumentale Ex Ospedale di San Rocco

L'ospedale cittadino di San Giovanni
Il 14 marzo del 1610 viene posata la prima pietra per la costruzione del nuovo edificio di San Giovanni da destinare a ospedale della città. L’area individuata per questa nuova costruzione è quella adiacente alla chiesa di Santa Maria la Nova in cui era ospitata la parrocchia di San Giovanni Battista.
Nel 1726 il nuovo ospedale cittadino di San Giovanni viene affidato ai padri di San Giovanni di Dio.

Da ospedale a carcere di Matera
Nella prima metà del XVII secolo, in seguito a un aumento dei detenuti e all’incapacità delle carceri cittadine di contenerli tutti, la Regia udienza di Basilicata stabilisce il trasferimento di alcuni carcerati nei locali di San Giovanni dando inizio a una progressiva trasformazione in carcere della struttura e provocando, nel 1749, l’abbandono dell’edificio da parte dei padri di San Giovanni di Dio.
Dal 1825 tutti i detenuti vengono collocati nei locali di San Giovanni, che diventa l’unico carcere cittadino.

La struttura del carcere
La struttura si compone di una sequenza di ambienti, disposti su due livelli, che gravitano attorno a un cortile centrale. Il secondo livello è servito da un ballatoio che ha funzione di disimpegno.
Alla fine del XIX secolo il piano terra dell’edificio risulta composto da un androne d’ingresso con una cisterna sottostante, in cui sono raccolte le acque meteoriche, e da locali che erano destinati a ospitare le cucine e le celle degli uomini.
Il primo piano ospitava l’alloggio del capo guardia e la stanza del giudice istruttore, oltre alle celle riservate alle donne, a un'infermeria e al dormitorio delle guardie.
All’interno del cortile, è presente una piccola cappella semicircolare preceduta da alcuni gradini.

La Chiesa del Cristo Flagellato
Mentre l'ospedale di San Giovanni viene destinato a svolgere funzione di carcere cittadino, l’annessa chiesa del Cristo Flagellato conserva la sua originaria funzione di luogo di culto fino agli anni Settanta dell’Ottocento.
In seguito alla soppressione, nel luglio del 1866, degli ordini, delle corporazioni e delle congregazioni religiose, l’edificio viene assegnato alla congregazione di carità ‘degli Artieri’, che già si occupava della sua gestione.
La congregazione ne mantiene la custodia fino al 1877, quando la chiesa viene ceduta allo Stato per consentire l’ampliamento dei locali del carcere: viene così destinata, in parte, a corridoio, per garantire il passaggio delle guardie durante il servizio di ronda, e in parte a magazzino.
Con la ridefinizione del prospetto principale dell’edificio carcerario avvenuta negli anni Trenta del XX secolo, il fronte della piccola cappella è stato completamente cancellato a vantaggio della attuale definizione unitaria dell’intera facciata.

Cristo Flagellato Matera

Cristo Flagellato Matera

Museo Archeologico Domenico Ridola

Museo di Palazzo Lanfranchi

Ex Ospedale di San Rocco

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Mostre realizzate
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Opere d'arte esposte
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Eventi organizzati
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Biglietti venduti

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