“Penso al mio lavoro, come a un percorso circolare dove il cambiamento sia di volta in volta non un passato superato, ma la possibilità di una reinterpretazione futura. E la discontinuità non sia un’interruzione, ma una sospensione perché nella circolarità il presente può coniugarsi a elementi di ogni tempo. ‘Un tempo dilatato’ dove il mio lavoro si muove attraverso la fotografia dentro la storia dell’arte“
(Mario Cresci)